Il Diacono

                                      Il Vangelo della Domenica                                             Meditazione Vangelo 2 Ottobre 2022 – XXVII Domenica del Tempo Ordinario

Vangelo secondo Luca 17,5-10

Accresci in noi la fede! È l’invocazione degli apostoli, che possiamo fare nostra, spontanea e carica del bisogno di riuscire a vivere secondo ciò che poco prima, nei vv. 1-4, Gesù ha indicato: non scandalizzando ovvero ostacolando i fratelli e sorelle ad avvicinarsi a Dio e perdonando gli altri senza stancarsi mai. Gesù alla richiesta di avere fede con una delle sue immagini dice che con una fede minore di quanto disponibile nel nostro cuore è possibile fare cose impossibili: come dire ad un albero di sradicarsi dalla terra e piantarsi da solo in mare! Ci parla di una possibilità che abbiamo sempre: quella di credere nell’impossibile umanamente, ma non con l’aiuto di Dio e la fiducia incondizionata in Lui possibile da realizzarsi. La fiducia in Dio e il perdono ai fratelli e sorelle indossando il GREMBIULE DEL SERVIZIO, quello che Lui, Gesù per primo ha indossato incarnandosi, morendo in croce e promettendo risorgendo di essere con noi sempre. Questa logica di Cristo ci insegna ad essere umili, senza pretese. L’ultimo pezzo del Vangelo di questa Domenica infatti parla di uno che ha un servo a cui viene comandato di fare il suo servizio senza riceverne nessuna considerazione, diversamente Gesù che è servo invita a cingere ogni giorno la nostra vita di amore, a spendere il nostro vivere servendoci gli uni gli altri sapendo però e qui la meravigliosità che ci aspetta: essere in comunione d’amore con Gesù. Quindi Cristo serve e se noi serviremo in suo nome siamo suoi diletti amici e non schiavi, costruttori di un mondo d’amore gratuito e potremo sempre dire con le nostre opere buone le stesse parole di Gesù: Io sono in mezzo a voi come colui che serve.                          Buona domenica

Il Vangelo della Domenica

Meditazione Vangelo 9 Ottobre 2022 – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario       

Gesù attraversa la Samaria e la Galilea, due zone ritenute di poco conto dal popolo della Giudea. Questo ci fa subito affiorare al cuore che Gesù attraversa le nostre esistenze, soprattutto le nostre zone d’ombra, quelle che meno ci piacciono. E come succede ai dieci lebbrosi del Vangelo: ascolta le nostre grida e guarisce le nostre infermità; sì, ci guarisce togliendoci dall’emarginazione rispetto agli altri per reintrodurci a relazionarci con libertà e cuore rinnovato con gli altri. Ma noi emarginiamo coloro che soffrono e presentano malattie e difetti spirituali? Ci accorgiamo di essere guariti da Lui o presi da altri problemi non notiamo di essere stati guariti e che Cristo è passato nella nostra vita risanandoci? Ringraziamo con tutta la nostra vita oppure ci limitiamo ad un formale grazie a Dio? Gesù osserva che uno su dieci si è accorto della guarigione ed è tornato a tornare con la preghiera di lode, cioè di esultanza per le meraviglie del Signore. Quest’unico tornato da Gesù è uno straniero. Guarda un po’! Spesso chi ha meno le caratteristiche, secondo i nostri schemi, del buon cristiano o perché non affatto cristiano sa meravigliarsi dell’amore e delle guarigioni di Dio che fanno rifiorire la propria vita. Gesù sottolinea anche l’aver avuto fiducia. Abbiamo bisogno di affidarci a quello che Gesù dice ad ognuno di noi, pregando la parola di Dio, per guarire, anche se la via di Gesù non sembra una soluzione o sembra tutto scontata. Fallo e basta! Perché come dice Gesù è aver fiducia in Lui che ti salva, ti risana; affidarsi a Dio ti salva anche dal pericolo più grande: pensare di essere l’unico artefice di ogni tua azione. Fidiamoci di Dio ed egli farà grandi prodigi nella nostra vita. Buona domenica

     Il Vangelo della Domenica      

Meditazione Vangelo 16 Ottobre 2022 – XXIX Domenica del Tempo Ordinario

Vangelo di Luca 18,1-8
Gesù invita a riflettere seriamente sulla necessità di non stancarsi mai di pregare. Lo fa raccontando una piccola parabola, in cui c’è una vedova che con la sua insistenza ottiene giustizia da una persona che non teme Dio. Gesù dice di far attenzione alle parole del giudice iniquo presenti ai vv. 4b-5, non per prenderle alla lettera ma per contrapporle a ciò che Dio compie in modo positivo. Cosa e come ce lo dice Gesù al v. 8, affermando che Dio prontamente farà giustizia ascoltando il grido dei suoi eletti; riferendosi all’essere portati in cielo da Dio al suo ritorno, che i primi cristiani aspettavano come imminente. Ma anche noi cristiani del 2022 attendiamo la venuta di Cristo? Come? Da giudici ingiusti e indifferenti, nei confronti di tanti che non hanno diritti o come buoni samaritani con cuore spalancato verso le esigenze degli altri. Interroghiamoci: sono comodamente adagiato nel mio piccolo mondo e “ognuno per se e Dio per tutti”, oppure sono realmente proteso ad ascoltare le ingiustizie che ci sono nel mondo, indignandomi, facendomi scavare dentro, dal sapere che gente fa fatica a vivere, perché immigrata, ammalata e senza sostegni, schiava di tanti vizi, che la società moderna alimenta, e la lista delle povertà potrebbe continuare ancora a lungo. Gesù ci fa una domanda: quando tornerà troverà, negli uomini e le donne, la fiducia in Lui, e noi anche a lavorare perché queste ingiustizie cessino, e immersi a soccorrere, come il Suo cuore ci suggerisce, le persone “ferite” che passano per la nostra vita? Qui ognuno si gioca tutto. Chiediamo nella preghiera davanti a questo vangelo, di saper per prima cosa pregare stando in comunione con Cristo, sposo di tutti perché sposo della Chiesa e dell’umanità, e fidarci di Lui e di tuffarci nella carità, che Lui ci chiede per rendere felici e liberare gli altri. E saremo beati e felici così operando. Domandiamoci ancora, parafrasando la domanda finale di Gesù in questo vangelo: quando Cristo verrà, mi troverà ad amarlo senza misura nei tanti Lui, che troverò per sua misericordia sulla mia strada? Buona domenica

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